In tutti i paesi del mondo, la gente è alle prese con il Covid-19. Tutti soffriamo a livello emotivo per quello che sta succedendo: chi lavora in ospedale, chi ha perso il lavoro o introiti, o la cui impresa è fallita, o chi ha subito la perdita di una persona cara senza poter prenderne congedo. I bambini che non vanno a scuola e gente di tutte le età che è rimasta isolata. Ci mancano le feste, lo stare insieme. Lo sport, gli effetti benefici dell’arte, i concerti e le attività culturali. Ad alcuni manca il lavoro in ufficio e il contatto con i colleghi. Lavorare da casa può essere, infatti, molto stressante quando si hanno bambini piccoli. La pandemia mette a dura prova anche le relazioni, anche se molte persone sono contente di poter passare più tempo con la famiglia. Tutto costa più fatica e la gente, in generale, si sente più stanca. Siamo tutti alle prese con un processo di lutto personale, che si sia o no subita la perdita di un familiare, tutti abbiamo comunque perso qualcosa, anche se temporaneamente. I nostri piani subiscono ritardi e in nostri obiettivi e sogni devono essere accantonati. Anche quando tutto va “bene” a livello personale, si soffre di noia. Siamo inoltre costretti ad abbandonare l’idea di essere i fautori delle nostre vite e veniamo direttamente confrontati con la morte.
I bisogni primari di contatto con gli altri, di controllo della propria vita, di appartenenza, di connessione, non vengono soddisfatti. Questo provoca in tutti un senso d’impotenza. Per questo motivo è molto importante essere consci e gestirlo in modo efficace per il nostro benessere. Il senso d’impotenza ci porta istantaneamente in un processo di regressione alla nostra infanzia e a periodi in cui la sensazione d’impotenza era predominante e, di conseguenza, la riattivazione di vecchie strategie di sopravvivenza.
Non è facile gestire l’ansia in questo periodo. Le scene di lunghe file di camion stipati di bare e di gigantesche fosse comuni ci aiutano da un lato a tollerare tutte le restrizioni ma hanno allo stesso tempo un effetto traumatizzante. La paura è il segnale interiore di pericolo, ma alcune persone hanno difficolta ad accettare la paura o ne provano vergogna. Specialmente le persone che durante l’infanzia hanno sofferto di mancanza di sicurezza hanno difficolta a capire se una situazione sia più o meno effettivamente sicura o pericolosa, perché il loro campanello d’allarme viene attivato anche in situazioni di tranquillità. Queste sono persone che tenderanno quindi a credere a un complotto, e che tutto non stia succedendo veramente, perché una sensazione continua d’insicurezza non è altrimenti gestibile. Ci possiamo fidare del prossimo? O il prossimo è un portatore del virus e quindi di un potenziale “killer”? Un amico mi ha ricordato che situazioni simili si riscontravano anche all’inizio dell’epidemia dell’AIDS.
Il senso d’impotenza si può tramutare in rabbia, aggressività, angoscia, colpevolizzazioni e l’idea che siamo gli unici a vivere la realtà in un certo modo. Ci si può sentire irritabili, irascibili, permalosi. La paranoia, la sensazione di essere gli unici a essere penalizzati può far parte del modo in cui si vive una data situazione. Alcune persone creano una realtà alternativa quando quella vissuta pare insostenibile. Questo succede in diversi modi, con l’uso di droghe o alcool, con l’immergersi in giochi al computer o in “second life”. Si può anche negare completamente la realtà come è, e credere che sia tutto un complotto. Chi preferisce credere a complotti lo fa in un tentativo di rendere la realtà più tollerabile, ma siccome questo deriva da un bisogno di sopprimere la paura, la sensazione di paranoia e angoscia aumenterà anziché diminuire. Alcune persone vivono in un’altra versione della realtà e si sentono di conseguenza ancora più isolate e sconnesse. Questo fa aumentare la paura e la rabbia. Per questo alcune teorie complottistiche vengono usate come propaganda e alimentate di proposito da alcuni gruppi politici.
Questa pandemia è un trauma per tutte le persone, in tutti i paesi del mondo. La comprensione e la compassione per gli altri per se stessi sono una protezione contro gli effetti di esperienze traumatizzanti e sono quindi molto importanti in questo periodo. E una fase decisiva nella quale possiamo diventare più forti oppure capitolare. Siamo in una fase di sopravvivenza e per questo prendere coscienza delle nostre qualità diventa molto importante. Cosa ti aiuta? Cosa ti rende più forte? Come ne puoi uscire rafforzato? Di cosa sei grato? Alcuni hanno approfittato del rallentamento della vita durante il lockdown per scoprire nuove passioni e creatività. Altri hanno avuto il tempo per riflettere sulla propria vita e hanno sviluppato nuovi scopi, che aiuteranno le persone a uscire rafforzati da questo periodo di crisi generale.
Personalmente mi manca il contatto con gli amici. Credo che mi metterò a piangere quando potremo di nuovo abbracciarci, come in una scena di “Chi l’ha visto?”
La cosa che mi risulta più difficile e quando parlo con qualcuno che ha perso una persona vicina a causa del corona e subito dopo con qualcuno che crede che la pandemia sia tutto un complotto per vaccinare le persone.